IO LA MUSICA SON
Note di sala
L’Orfeo /Favola in musica da Claudio Monteverdi / rappresentata in Mantova
(1607)
Testo di Alessandro Striggio II (1573 – 1630)
PROLOGO
Toccata
Ritornello
LA MUSICA
Dal mio Permesso amato à voi ne vegno,
Incliti Eroi, sangue gentil de’ Regi,
Di cui narra la Fama eccelsi pregi,
Né giunge al ver, perch’è tropp’alto il segno.
Ritornello
Io la Musica son, ch’ai dolci accenti
Sò far tranquillo ogni turbato core,
Et hor di nobil ira, et hor d’Amore
Poss’infiammar le più gelate menti.
Ritornello
Io su Cetera d’or cantando soglio,
Mortal orecchio lusingar talora;
E in questa guisa à l’armonia sonora
De la lira del ciel più l’alme invoglio.
Ritornello
Quinci à dirvi d’Orfeo desio mi sprona,
D’Orfeo che trasse al suo cantar le fère,
E servo fé l’Inferno à sue preghiere,
Gloria immortal di Pindo e d’Elicona.
Ritornello
Hor mentre i canti alterno, hor lieti, or mesti,
Non si mova Augellin fra queste piante,
Né s’oda in queste rive onda sonante,
Et ogni auretta in suo camin s’arresti.
Ritornello
François Couperin, didascalie a Le Parnasse ou l’Apothéose de Corelli
Corelli au piéd du Parnasse prie les Muses de le Recevoir parmi
Corelli ai piedi del Parnaso prega le Muse di riceverlo tra loro
Corelli charmé de la bonne réception qu’on lui fait au Parnasse en marque Sa joye
Corelli affascinato dalla buona accoglienza riservata al Parnaso esprime la sua gioia
Corelli buvant à la source d’hypocrêne. Sa troupe continuë
Corelli beve alla fonte d’Ippocrene. La compagnia continua
Enthouziasme de Corelli causé par les eaux d’hypocrêne
Entusiasmo di Corelli grazie alle acque d’Ippocrene
Corelli après son enthouziasme s’endort; et sa troupe jouë le sommeil suivant
Corelli dopo l’entusiasmo si addormenta. E la compagnia suona il sonno successivo
Les Muses reveillent Corelli et le placent auprês d’Apollon
Le Muse svegliano Corelli e lo conducono accanto ad Apollo
Remerciment de Corelli
Ringraziamento di Corelli
L’Orfeo / Cantata à Voce sola Con Violini / Del / Signor Alessandro Scarlatti
(1702?)
Testo di autore ignoto
Recitativo
Dall’oscura magion dell’arsa Dite
dell’estinta Euridice
seco portava Orfeo l’ombra adorata.
Ma l’amante infelice l’empia legge obliata
che dal nume infernal gli fu prescritta,
prima d’uscir dall’infocata soglia
alla bell’ombra afflitta
incauto volse l’amoroso sguardo;
ed oh, con qual tormento, ahi, con qual doglia
sparir la vidde l’amoroso Trace.
Quindi pronto ai lamenti al moto tardo,
perduta la speranza
di riveder mai più lo spirto amante
lungi n’andò da la tartarea stanza;
e poiché il crudo fato
due volte gl’involò l’amato bene,
così a sfogar ei prese
del suo dolente cor l’acerbe pene.
Aria
Chi m’invola la cara Euridice,
chi l’alma dal core,
chi il core dal sen?
Se mirarla già più non mi lice,
d’eterno dolore
m’uccida il velen.
Recitativo
Ma di chi mi querelo,
se delle mie sventure autor son io?
Ah che l’ardente brama, il mio desio
mentre anelante affretto
per riveder le tue sembianze amate,
consorte sventurata,
mi diviser da te, l’alma dal petto.
Oh più crudel di quante fur vicende,
dolce occasione ingrata
se amor mi noce e la pietà m’offende,
e mirando il mio bene in strane guise
son più crudel dell’aspe che l’uccise.
Aria
Se mirando, occhi perversi,
tor la vita voi sapete,
gl’empi guardi in me conversi
perché ancor non m’uccidete?
Meco voi pietosi tanto
vedo ben ch’esser non lice,
che saria pietoso vanto
dar la morte a un infelice.
Recitativo
Or poiché mi tradir gl’occhi tiranni,
Voi, labra mie canore, col musico valore
al dolce suon de la concorde Lira,
Voi raddolcite i miei crudeli affanni.
Aria
Sordo il tronco, e grave il sasso
corse al suon de’ dolci carmi.
Fermò il passo belva rigida e feroce;
l’onda lubrica e veloce
giacque immota ad ascoltarmi.
Lasciò Cerbero i latrati
in sentir le voci ignote.
De’ dannati
cessò il pianto, e il duolo eterno;
si placò tutto l’inferno
al tenor de le mie note.
Recitativo
Ah, voi m’abbandonate,
musici spirti, e indarno
chieggio da voi le meraviglie usate.
Aria
Il vanto del canto
mi toglie il dolor.
La pena raffrena
gl’accenti potenti
e atroce la voce
mi chiude nel cor.
Recitativo
Così dicendo, il gran cantor dell’Ebro
tornar volea di Pluto al cieco regno,
ma a l’ardito disegno
crudel s’oppose e ai musici lamenti
sordo il nocchier de le perdute genti.
Filli, tu che pietosa
ascoltasti d’Orfeo
l’istoria lagrimosa,
che per un sguardo d’ogni suo ben fu privo,
perché non hai pietà de’ danni miei
s’ancor io per mirarti il cor perdei?
Aria
Sì, pietà de’ miei martiri,
habbi, o Cara, un sol momento.
Le mie voci, il dolor mio,
gl’amorosi miei sospiri
fan palese il mio desio
e desio morir contento
Curricula
Olga Angelillo, soprano
Olga Angelillo ha conseguito il diploma di Canto presso l’Istituto Musicale “Gaetano Donizetti” di Bergamo studiando con Luisa Mandelli e Alessandra Molinari. In seguito si è perfezionata con Poppy Holden all’International Summer School of Early Music di Valtice (Rep. Ceca) e con Roberto Balconi presso l’Accademia Internazionale della Musica. Successivamente ha approfondito il repertorio operistico con Bianca Maria Casoni, Vincenzo Spatola e Luciana Serra. É attualmente seguita da Linda Campanella.
Ha iniziato la sua esperienza musicale sotto la guida del maestro Luigi Toja nel coro polifonico Pueri Cantores di Rho. Ha cantato con diverse orchestre (tra cui U.E.C.O., Orchestra Mozart, Camerata Ducale, Montis Regalis, Orchestra RAI, Orchestra Cantelli, Orchestra Coccia) ed ensembles vocali (quali Il canto d’Orfeo e il Coro Maghini), guidata da direttori come Noseda, Rilling e De Marchi. Ha tenuto concerti corali e recital solistici in Francia e Spagna, oltre a partecipare a importanti rassegne italiane quali “MiTo Festival”, “Musica e poesia a S. Maurizio” e le “Settimane Internazionali della musica” di Stresa. Spesso ha eseguito brani del maestro Bruno Bettinelli durante occasioni celebrative in suo onore.
Ha cantato in India, a Mumbai, e negli Stati Uniti d’America, a San Francisco, in occasione di serate di gala svoltesi
Ha inciso l’integrale delle arie di Respighi su testi di Ada Negri.
Ha partecipato alle celebrazioni mozartiane milanesi nel progetto “Le vie di Mozart” presso la chiesa di S. Maria del Carmine, cantando anche nel concerto di chiusura rappresentando l’Italia tra i Mozart Europe Soloists. Ha preso parte al concerto di gala per il compleanno del maestro Marcello Abbado nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Ha partecipato ad allestimenti operistici con varie associazioni, tra cui l’ASLICO.
Dal 2013 collabora con la Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica, esibendosi ai Golden Butterfly Gala (trasmessi sui canali televisivi della RAI), al Gala della Coppa del Mondo di Pesaro 2015 e nella prestigiosa sede di EXPO 2015, accompagnando gli esercizi delle celebri ginnaste con famose arie operistiche. Ha cantato come ospite durante lo spettacolo per i 150 anni della Federazione Ginnastica Italiana nella prestigiosa sede del teatro La Fenice di Venezia, andato in onda in diretta su RAI 2. A ottobre 2022 si é esibita al Teatro Valli di Reggio Emilia durante il gala “Ginnastica e tricolore”, trasmesso da Rai 2.
Ha interpretato la Regina della Notte nel Flauto Magico di Mozart con la Compagnia del Teatro della Tosse di Genova, più volte il ruolo di Violetta ne La traviata e quello di Musetta ne La bohème di Puccini. Ha al suo attivo numerose recite di Elisir d’amore, in Italia e in Svizzera. Ha debuttato come protagonista in Lucia di Lammermoor di Donizetti presso il castello di Campo Ligure nel luglio 2022 e nella Rita, sempre di Donizetti, a febbraio 2023.
Si è esibita nella particolare cornice dello stadio S. Siro di Milano, in occasione della finale della European Football Championship Priests.
Camerata strumentale “Giulio Rusconi”
La Camerata strumentale “Giulio Rusconi” è una compagine di recente costituzione. Affronta le pagine più note, ma anche quelle da riscoprire, del repertorio che viene definito antico, nell’arco ampio del Barocco musicale, che va dai primi del Seicento a buona parte del secolo successivo in Francia, Italia e Germania soprattutto. IO LA MUSICA SON è l’incipit importante tratto dalla II strofa del prologo all’Orfeo di Claudio Monteverdi, che apre con un capolavoro unico e insuperato l’era della modernità nella musica occidentale. Il mito di Orfeo e del potere della sua musica colpisce la sensibilità e l’immaginario dei più grandi compositori della storia, fra tutti del re della Cantata profana, Alessandro Scarlatti, che all’amore e alla tragedia di Orfeo ed Euridice dedica una delle sue opere più preziose. Protagonisti di un repertorio così raffinato eppure così commovente, in linea con quella mozione degli affetti principio e guida della poetica musicale barocca, sono i giovani e giovanissimi musicisti del Rusconi, dove si sono formati agli esordi o dove insegnano, Carolina Porro e Francesco Dordoni al violino, Katya Bannyk al violoncello, Francesco Elgorni al cembalo, raggiunti da docenti dell’Istituto e artisti di grande esperienza come Massimo Clavenna al contrabbasso e Luca Ratti all’organo, direttore artistico e viola di ripieno Marco Pisoni.